Formazione del bozzolo, pupazione e comparsa dell’adulto di Rhynchophorus phoenicis
Cocoon Formation, Pupation and Adult Emergence of African Palm Weevil (Rhynchophorus phoenicis). Reared on Six Different Substrate
di Okpoko Valentine Obinna1, Ebenebe Cordelia Ifeyinwa2,
Ufele Angela Nwogor1, Amobi Maduabuchi Inwele1
Con questo titolo verrà pubblicata nel prossimo numero della rivista scientifica “Medicine papers” (Edizioni Danaus, Palermo) e nel “XIII Volume di Atti e Memorie dell’Ente Fauna Siciliana” una ricerca realizzata dalla “Nnamdi Azikiwe University” dello Stato di Anambra, Nigeria, nei laboratori della “Biological Conservation Unit, Department of Zoology” e della “Microlivestock Section, Department of Animal Science and Technology”.
Lo studio (in italiano “Formazione del bozzolo, pupazione e comparsa dell’adulto di Rhynchophorus phoenicis, il punteruolo africano della palma, allevato su sei diversi substrati”) presenta un interessante approccio al problema della produzione di insetti per l’alimentazione umana, peraltro di antica tradizione nella cultura nigeriana, e non solo, oltre che un aspetto di future tendenze alimentari che si stanno sempre più affacciando alla ribalta su scala planetaria.
Viene qui presentata una sintesi della ricerca (nell’adattamento in lingua italiana di Alfredo Petralia) come anteprima della sua pubblicazione in forma estesa (ndr).
Il crescente divario tra l’apporto di proteine animali e la crescente popolazione umana nei paesi in via di sviluppo è diventato preoccupante per la comunità globale.
La FAO (1991) ha raccomandato 34 g di consumo di proteine animali per persona al giorno per crescita e sviluppo normali, ma in Nigeria il livello di consumo di proteine animali è di 7-10 g/persona/giorno a conferma di autorevoli affermazioni sull’incapacità delle proteine di carne convenzionali di soddisfare i bisogni di proteine animali della popolazione del paese.
In Nigeria la produzione animale deve affrontare numerose sfide; sebbene vi sia una grande popolazione di tutte le specie animali allevate, l’offerta di carne è ancora generalmente bassa e gli sforzi per aumentare l’apporto di proteine animali dalla carne non sono riusciti a soddisfare il fabbisogno della popolazione.
La ricerca sull’allevamento di animali più economico e meno impattante sull’ambiente, ha indirizzato l’interesse degli studi sulle proteine ottenute dagli insetti: ciò potrebbe rappresentare una praticabile soluzione al problema della carenza di proteine animali nel paese, grazie alla possibilità di ottenere dagli insetti proteine economiche con alto profilo di aminoacidi e con un danno minimo o nullo per l’ambiente.
Recentemente, gli esperti FAO hanno riconosciuto il potenziale nutrizionale degli insetti ritenuti ricchi di proteine e grassi, e che forniscono ampie quantità di minerali, vitamine e aminoacidi essenziali. Altri benefici del consumo di insetti per la salute sono stati delineati nel documento del “Repository FAO 2013” intitolato “Insetti commestibili: prospettive future per la sicurezza di alimenti e mangimi”.
Numerosi autori hanno documentato benefici nutrizionali derivati dagli insetti commestibili. La larva del Rhynchophorus phoenicis è amata come cibo in molte comunità, specialmente in quei luoghi in cui le palme (da olio, rafia e cocco) sono coltivate su base commerciale. In Nigeria, le comunità nell’area del Delta del Niger, negli stati occidentali e meridionali della Nigeria, considerano la larva come una prelibatezza: in effetti, può essere offerta in vendita lungo le principali strade e nei mercati degli stati di Edo e Delta e negli stati attraversati dal fiume Niger, mentre nella regione dello stato di Bayelsa è etichettato come “Balyesa suya”, simbolo del modo in cui la comunità è legata alla larva come nutrimento. La larva del Rhynchophorus phoenicis arrostita ha un sapore simile a quella del pollo e sono entrambi esposti per la vendita lungo la strada principale tra le città di Owerri e Onitsha nello stato di Anambra.
Tuttavia la raccolta libera e autonoma di insetti commestibili non può più supportare la domanda, ma, d’altra parte, è necessario che venga promossa la necessità di utilizzarli per soddisfare il fabbisogno di proteine animali. C’è quindi bisogno di allevamenti in cattività di insetti commestibili. Diversi autori hanno riferito di aver allevato con successo diverse specie di Rhynchophorus in condizioni di laboratorio: alcuni hanno riferito che lo stelo della canna da zucchero è un buon substrato per l’allevamento di Rhynchophorus cruentatus, mentre altri hanno rilevato che nel sincarpio di ananas il suo sviluppo non giunge a compimento.
Sulla base di questi presupposti sono stati testati sei diversi substrati (da rifiuti agricoli) per l’allevamento e la moltiplicazione in cattività del punteruolo africano delle palme tenendo conto dei precedenti esperimenti dove era stato scoperto che alcuni substrati supportavano la crescita e le attività delle larve, mentre altri non sostenevano la pupazione e la successiva metamorfosi allo stadio adulto. È stata pertanto estesa la ricerca al fine di testare nuovi substrati/terreni di coltura anche per verificare i risultati delle precedenti indagini.
Gli studi sono stati condotti presso l’Unità di Conservazione Biologica del Dipartimento di Zoologia dell’Università Nnamdi Azikiwe Awka nello stato di Anambra utilizzando centoventi Rhyncophorus phoenicis (detto comunemente “punteruolo della palma africana”) di dimensioni simili, raccolti a mano da palme di rafia in decomposizione, e testati sui seguenti rifiuti organici come terreni di coltura:
– apici di canna da zucchero (Saccharum officinarum) gettati come rifiuto nei mercati;
– spezzoni di tronchi di palma da rafia (Raphia africana) raccolti nelle paludi Mgbo;
– piccioli di fronde di palma da olio (Elaeis guineensis) raccolti nei giardini dell’Università;
– meloni d’acqua (Citrullus lanatus) raccolti tra le angurie avariate e gettate come scarto nei mercati di frutta e verdura così come le papaie (Carica papaya) e gli ananas (Ananas comosus) deteriorati.
La pupazione ha avuto buon fine nei primi tre summenzionati substrati con praticamente nessuna differenza significativa di peso o dimensione negli adulti sia maschi che femmine ottenuti. Nessun bozzolo si è invece prodotto negli altri substrati. Ciò suggerisce che il punteruolo per completare il proprio ciclo vitale necessita di materiale fibroso con cui intrecciare il suo bozzolo, situazione offerta dai primi tre substrati utilizzati nell’esperimento, che simulano le condizioni in cui naturalmente il punteruolo si sviluppa normalmente, cosa che non si verifica con l’uso di frutta matura ove sono praticamente assenti i materiali fibrosi.
Si tratta in definitiva di risultati che indicano in quale direzione queste ricerche possono svilupparsi al fine di ottenere risultati su scala applicativa per la produzione di larve e quindi di proteine per l’alimentazione umana a partire dal punteruolo.
1 Biological Conservation Unit, Department of Zoology, Nnamdi Azikiwe University, P.M.B 5025, Awka, Anambra State, Nigeria.
2 Microlivestock section, Department of Animal Science and Technology, Nnamdi Azikiwe University, P.M.B. 5025, Awka, Anambra State, Nigeria