Gli incendi, una piaga sociale
di Corrado Bianca
Puntualmente ogni stagione estiva è segnata da una calamità molto grave e distruttiva, gli incendi, che devastano il territorio extra urbano.
In Sicilia il fenomeno è particolarmente attivo, infatti ogni anno vanno in fumo migliaia di ettari di territorio, dalle garighe costiere ai boschi, dalle aree coltivate alle aree protette, con gravi ripercussioni sulla fauna selvatica e per il dissesto idrogeologico.
Oltre ai rischi ai quali vanno incontro le forze impegnate nello spegnimento (Vigili del Fuoco, Corpo Forestale e Protezione Civile) e coloro che vivono nelle aree percorse dagli incendi.
E’ una “guerra” continua nel cercare di domare gli incendi soprattutto nelle giornate calde e ventose, cercando di limitare i danni che sono ingenti per la collettività sia in perdita di vegetazione che in dispendio di denaro pubblico.
Mi riferisco alla perdita di boschi, aree protette, macchia mediterranea, aree rimboscate che dopo trent’anni di lavori vengono bruciati in poche ore, e il costo di mezzi aerei e personale a terra utilizzato per lo spegnimento. Un costo per la collettività molto alto che influisce anche sulla qualità della vita.
Lo spegnimento è solo una fase estrema per fronteggiare l’emergenza che non risolve il problema che ogni anno si ripresenta. Bisognerebbe, quindi, puntare sulla previsione, sulla prevenzione e sulla repressione, visto che gli incendi di cui siamo vittime sono quasi tutti di origine colposa o dolosa ad opera dell’uomo, solo pochissimi sono gli incendi causati da eventi naturali.
In Sicilia il 78% degli incendi sono di origine dolosa, il 12% di origine colposa, il 9,5% di origine dubbia e solo lo 0,5% per cause naturali. Essendo quindi per la maggior parte causati dall’uomo potrebbero essere evitati, puntando soprattutto sulla prevenzione e sul capillare controllo del territorio soggetto agli incendi. Magari coinvolgendo attraverso un processo culturale i cittadini che vivono nel territorio che conoscendo il proprio territorio e sentendolo proprio possano arrivare ad amarlo e di conseguenza a rispettarlo e farlo rispettare.
Sarebbe importante anche la fase repressiva, con un maggiore controllo del territorio da parte delle forze di polizia (Corpo Forestale, Carabinieri, Polizia ecc.), perché il fenomeno alla pari di altri reati è da considerare una emergenza sociale e chi commette questi reati è un delinquente alla pari del ladro, dell’omicida, del mafioso ecc.
Per chi opera nel territorio è facile rendersi conto dell’abbandono del territorio extra-urbano che diventa facile preda di chi vive nella illegalità celata da attività di pastorizia, che colonizza un territorio molte volte non suo e che quindi non ama, depredandolo e saccheggiandolo da tutto ciò che può servire ed utilizzandolo solo per i propri tornaconti e usando spesso il fuoco anche come atto intimidatorio, questa è sicuramente una delle cause più rilevanti degli incendi che si verificano nel territorio.
Cambiare atteggiamento nei confronti del problema dipende dalle scelte che deve fare la politica, che da gli indirizzi da seguire nella risoluzione di problematiche sociali, bisognerebbe capire il problema ed affrontarlo nel giusto modo. Negli ultimi anni nella Regione Siciliana, purtroppo, si fà molto poco per la prevenzione ed il controllo del territorio.
Una lodevole iniziativa intrapresa nel 2002, la istituzione dell’Ufficio Speciale Servizi Antincendi Boschivi della Regione Siciliana, che puntava ad un capillare controllo del territorio coinvolgendo volontari adeguatamente qualificati che controllavano il proprio territorio coordinati da questo Ufficio tramite un portale appositamente realizzato, con un costo per la collettività irrisorio trattandosi di volontari che credevano in quello che facevano operando spinti, soprattutto, dalla passione.
I risultati col passare degli anni sono stati visibili dalle statistiche che hanno visto nelle zone dove operavano i volontari diminuire sensibilmente gli incendi, ma nel 2009 il governo regionale ha soppresso l’Ufficio Speciale Servizi Antincendi Boschivi senza valida motivazione e oltretutto senza comunicare alcunché alle migliaia di volontari che partecipavano al progetto “Il Guardaboschi”, partecipazione sancita da apposite convenzioni.
Un comportamento inspiegabile che ci ha riportato indietro sulla prevenzione e sul controllo del territorio al fine di combattere gli incendi. Certo il puntare solo sullo spegnimento degli incendi mi lascia molto perplesso su quali interessi possano celarsi dietro queste scelte poco comprensibili, visti gli alti costi della “macchina “ messa in atto per lo spegnimento in particolare lo spegnimento con i mezzi aerei.
L’auspicio è che chi deve decidere su questa problematica di carattere sociale possa pianificare una serie di interventi per combattere il fenomeno, anche mobilitando il personale atto al controllo del territorio, per riportare la legalità nel territorio extra-urbano dove è diffusa l’illegalità che porta ad un innumerevole serie di gravi reati contro il territorio e contro il patrimonio pubblico.
Estratto da: Grifone anno XX n. 4-5 (109) del 31 ottobre 2011