Ecologia, Ambiente, Ambientalismo

Che cosa significa in ecologia “Nessuno si salva da solo”

di Paolo Pantano

L’ecologia studia il rapporto dinamico tra le risorse disponibili e gli organismi viventi (nonché il rapporto fra questi ultimi), mentre per efficienza ecologica si intende il successo nella fruizione di una risorsa, l’efficienza economica, invece, è misurata dal rapporto costi/risultati. L’ecologia, inoltre, è una delle scienze che servono a comprendere il meccanismo con cui agisce la selezione naturale, per capire i motivi del successo o di insuccesso delle varie forme di vita del Pianeta.
Una delle scoperte più importanti di questa scienza sperimentale è che ha successo o insuccesso non un individuo, ma una popolazione che adatta le sue esigenze alle risorse disponibili e che minimizza la competizione nel loro uso sia a livello intraspecifico che interspecifico. Quindi risultano adattati non gli individui ma le specie (suddivise in popolazioni), che si integrano in maniera da utilizzare il flusso dell’energia e il ciclo della materia nelle reti trofiche con efficienza cooperativa, e non con esclusione competitiva.

Il modello individualista in economia è un assurdo ecologico, non compatibile con il permanere della vita sulla Terra. Inoltre, il concetto di crescita dell’economia ad oltranza, senza limiti, indeterminata ed indifferenziata che lascia fuori l’elemento sociale e relazionale, non è sostenibile dalla natura. Ed ancora l’esperienza biologica c’insegna che nel mondo naturale l’ambiente è finito, esso può contenere solo una quantità finita di risorse utilizzabili, le quali fra l’altro non sono tutte accessibili.

Nella pubblicazione “Il Prezzo della Crescita”, da me curata, il prof. G. Giaccone sosteneva che in natura gli organismi viventi utilizzano generalmente le risorse in maniera parsimoniosa e solidale, evitandone l’esaurimento e l’eccessiva competizione per assicurarsene l’utilizzo. È utile ricordare ciò che afferma lo scienziato medico Ernesto Burgio: “all’interno della biosfe- L ra agisce, da miliardi di anni, un dispositivo di autocontrollo potente e complesso, al quale ogni singolo organismo ed ogni specie vivente porta il proprio contributo e l’uomo rischia di alterare tale “dispositivo” in modo irresponsabile e potenzialmente irreversibile: disperdendo nell’ambiente migliaia di molecole chimiche innaturali e cercando di trasformare i più intimi meccanismi del controllo genetico e bio-evolutivo, aprendo così la strada al trionfo di quella che può essere considerata la più semplice (il che non significa rudimentale) forma di vita: i virus”.

La sopravvivenza della nostra specie nel contesto attuale

Forse è opportuno richiamare alla nostra mente le allarmate e allarmanti parole di Joshua Lederberg, che alla fine degli anni ’60 aveva lanciato una drammatica profezia: l’uomo si illude di essere la specie destinata al dominio finale sul pianeta, perché non ha fatto i conti con il suo nemico più piccolo e subdolo.

Oggi vi è un grande pericolo per la specie umana in seguito alla minaccia di un microrganismo. I virus sono organismi difficili da definire in quanto costituiti solamente da un filamento di acido nucleico (RNA o DNA) rivestito da un involucro proteico, mancano di citoplasma e di tutti gli organuli citoplasmatici e per tale ragione sono parassiti obbligati della cellula (eucariote o procariote). Essi non sono sensibili agli antibiotici ed è noto come, in certe condizioni, alcune sequenze virali e/o simil-virali (specialmente se si tratta di RNA-virus) possano essere incluse nei genomi di altri organismi viventi restando “dormienti” fino a quando qualcosa (magari l’interferenza diretta o indiretta di un agente chimico o fisico, o una manipolazione genetica più o meno volontaria o mirata) non li “risveglia”. Il genoma dei virus muta con relativa facilità (specie quello degli RNA-virus) e quindi esso risulta spesso più difficile da riconoscere e da attaccare da parte dei nostri sistemi immunitari.

Una delle scoperte più interessanti (ed illuminanti) della moderna virologia è certamente quella concernente una particolare categoria di virus a RNA: i cosiddetti retrovirus che sono presenti in moltissimi organismi superiori. Il risultato di tutto questo è del resto già sotto gli occhi di tutti: decine di nuovi virus patogeni girano per il pianeta minacciando sfaceli: Hiv, Marburg, Ebola, Hanta, Hendra, Corona-Sars virus: nomi da brivido che abitano con sempre maggior frequenza, almeno da trent’anni a questa parte le cronache, i libri di black science e i nostri incubi personali e collettivi. Né possiamo dimenticare che, da qualche anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le altre maggiori agenzie sanitarie internazionali hanno rilanciato l’allarme influenza. Anche in questa nuova sfida vale la stessa strategia di sopravvivenza “nessuno si salva da solo”. Abbiamo bisogno di medici, infermieri e scienziati per la ricerca dei rimedi, ma abbiamo bisogno anche di tutte le categorie impegnate nei settori chiave necessari per i servizi essenziali: acqua, alimentazione, elettricità, operatori ecologici per il ritiro dei rifiuti, informatica e di quelli addetti alla produzione, insomma di una buona ed efficiente economia rivolta ai bisogni indispensabili e veri.

Quindi vi è bisogno di un’economia ben organizzata e finalizzata per sostenere gli enormi costi, l’alimentazione, l’energia ed i servizi annessi per la semplice sopravvivenza che possa garantire di bloccare le pandemie, sostenere la prevenzione, l’igiene e per la cura dei malati. Nessuno si salva da solo!

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